La PMA: lo schock della diagnosi di infertilità.
Come superarlo?

La PMA: lo shock per la diagnosi di infertilità. Come superarlo?

Io e Marco siamo nella sala di attesa di un ambulatorio di PMA. Accanto a noi altre coppie. Alcune si tengono per mano, altre appaiono distanti, lui in piedi, girato di spalle, lei seduta con gli occhi su un libro.

Io e Marco ci guardiamo, siamo confusi, agitati. Marco cerca di nasconderlo per rassicurare me e forse, penso, anche se stesso. Io mi muovo nervosamente sulla sedia, guardo il cellulare ma senza leggere veramente nulla. Cerchiamo di avere un bambino da più di un anno ma riuscirci.

Arriva il nostro turno. Il medico ci fa accomodare, prende gli esami fatti, li guarda, ci guarda. Dopo un attimo di silenzio, che a me sembra un’eternità, ci dice che dagli esami si evidenzia per me una scarsa riserva ovarica, che le probabilità di concepire naturalmente sono estremamente basse per cui ci consiglia la Fivet, tecnica di PMA di 2 livello.

Sono confusa, piango, ho capito metà delle sue parole. Marco mi prende la mano. Il respiro rallenta.

Il medico ci dice che gli dispiace e ci dà un’altra lista di esami da fare, ancora esami. Usciamo dallo studio, confusi, incerti, sconvolti.

La storia di Anna e Marco accomuna molte coppie.

Vediamo come alla notizia della diagnosi Anna appaia sconvolta, Marco è triste, si sente impotente di fronte alla sofferenza della compagna. Lo shock porta Anna a non riuscire a cogliere le parole del medico, è come fosse congelata.

Dando per scontato la possibilità di concepire, Anna appare incredula. La diagnosi è vissuta infatti come una notizia inaspettata, che mai si sarebbe immaginata di ricevere. Le parole del medico si rivelano tanto dolorose facendo crollare improvvisamente quanto molte donne si immaginano come proseguimento naturale della vita della coppia, un immaginario con cui sono cresciute giocando nei ruoli di mamma e papà e alimentato nel rapporto adulto della coppia.

Inoltre, a volte la diagnosi di infertilità suscita nella donna la sensazione di essere state tradite dal proprio corpo e di incapacità nel fare quanto tante altre donne riescono facilmente e naturalmente.

La PMA: lo shock per la diagnosi di infertilità. Come superarlo?

1) Legittimarsi le emozioni provate. E’ comprensibile esser stati turbati dalla notizia essendo inaspettata, a volte un vero e proprio fulmine a ciel sereno. E’ normale, come dicevamo, anche non esser riusciti a capire quello che il medico diceva sia per le parole nuove di tecniche mai sentite sia per lo schock per la notizia.

2) Dialogare nella coppia. Condividere le emozioni aiuterà entrambi ad alleggersi, vi farà sentire più vicini e uniti avendo vissuto insieme un momento doloroso per un progetto condiviso e a lungo desiderato.

3) Riflettere sul fatto che non sei sbagliata e incapace perchè non riuscite a concepire naturalmente. Intanto è una condizione che accomuna purtroppo tantissime donne, come avrete notato dalle sale di attesa di ospedali e centri privati e dalle lunghe liste di attesa per i trattamenti. Inoltre, non è colpa tua. Il faticare ad avere un bimbo naturalmente non ha niente a che vedere con la capacità o l’impegno. Nessun corpo è perfetto.

4) L’EMDR, quale tecnica psicoterapeutica di elaborazione dei traumi, può essere molto efficace nel superare lo shock legato a quei momenti e l’idea di sé che vi si accompagna. Più in generale intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta può rappresentare un sostegno prezioso per la donna e la coppia per affrontare questo momento difficile.

5) Condividere con amici, altre coppie o leggere storie di chi ci è o ci sta passando. Nel web ci sono tante iniziative. Tra quelle curate da me, dalla mia collega psicoterapeuta, Dott.ssa Sarah Pederboni e da un’equipe di professionisti, vi sono le storie che potete leggere sul sito In becco alla cicogna, il nostro gruppo facebook “Storie di pma e infertilità”, o la pagina instagram.

INFO E APPUNTAMENTI

Per saperne di più o fissare un appuntamento, compila il form o contattami al 335.5407267

Il percorso psicoterapeutico può essere svolto, oltre che nello studio privato, anche online.

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